Il punto della situazione

Agli esordi di questo inferno ci si chiedeva se ne avremmo tratto profitto (mentale) oppure avremmo assistito ad un deterioramento generale della situazione. I dati (limitati) che ho a disposizione convalidano l’ipotesi che, di fronte ad un inevitabile incremento della precarietà dovuto allo stressor implicito in una pandemia, ci sarebbe stato un incremento della sintomatologia psichica; oppure una evoluzione e un accrescimento della competenza mentale. Insomma una divisione netta. Così è stato. Taluni si sono persi nelle proprie armature psichiche/nevrosi/formule...

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Al punto iniziale?

Di nuovo sull’orlo di una precarietà come sintesi di fatiche economiche, paure esistenziali, perdite, lutti, chiusure, e quant’altro. Un mix convulso di incredulità, illusione, delusione, rabbia, fatica. Di nuovo il grande nemico: per qualcuno il virus, per altri la chiusura, per altri ancora nemici indefiniti. Una cara amica del liceo, che ben ricordo per la sua vivacità allegra, ora insegna in una scuola a Roma e mi propone l’immagine di sé inchiodata al vuoto di una classe in cui l’eco di voci appassionate di adolescenti la fa da padrone; e mi parla di senso di vuoto e di...

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